Appena insediato dopo il voto del 26 gennaio, il Consiglio Regionale dell’Emilia Romagna ha subito dovuto affrontare l’Emergenza della diffusione del Covid-19. Abbiamo intervistato Marco Lisei, Capogruppo di Fratelli d’Italia in Consiglio Regionale, per capire meglio come è stata gestita.
Lisei, un inizio complicato.
Si, ma mai quanto quello del personale sanitario, delle forze dell’ordine e di chi è rimasto contagiato o ha avuto dei lutti. A loro va la nostra solidarietà e ringraziamento.
Ce lo racconti.
Abbiamo svolto il primo Consiglio il 28 febbraio, poi è scoppiata la pandemia. Hanno sospeso tutto, nessun consiglio e non rispondo ad interrogazioni ed accessi atti. Le scelte sono state fatte senza nessun coinvolgimento.
Ed il risultato quale è stato?
I media parlano quasi solo della Lombardia, perché vogliono attaccare il centrodestra, ma la nostra Regione, purtroppo, detiene molti tristi primati. E’ la prima per mortalità nei centri anziani, seconda per numero di morti e Piacenza, la provincia con più morti rispetto alla popolazione. Per questo abbiamo chiesto una commissione d’inchiesta. Occorre capire gli errori per migliorare.
Quali crede siano stati gli errori?
Hanno scelto di fare pochi tamponi e non si sono attrezzati subito per acquistare dispositivi di protezione, inoltre, hanno sparpagliato i malati covid in tutti gli ospedali, invece che isolarli in poche strutture.
Se ne sono accorti anche loro, infatti, oggi, hanno invertito la rotta.
In che senso? Stanno accentrando i malati, provando ad aumentare i tamponi e distribuire mascherine.
Se ci avessero ascoltato subito, forse i risultati sarebbero diversi.
Ora i dati sono più rincuoranti. Quelli sanitari, ma siamo in piena emergenza economica e sociale. Se proseguiamo di questo passo ci saranno altre vittime.
Quali rischi vede?
Molte persone sono sul lastrico, in particolare tutto il settore terziario e le libere professioni. Questo rischia di generare tensioni sociali, causate anche dalle restrizioni delle libertà personali.
E’ facile criticare. Condivido, infatti abbiamo fatto tante proposte. Innanzitutto ho detto a Bonaccini che deve smetterla di fare come Conte.
Annuncia risorse, fondi e aiuti che non si sa se e quando arriveranno. Continue promesse che fanno solo arrabbiare di più le persone, si sentono prese in giro. Poi abbiamo proposto tanto, dall’abbattimento di qualsiasi burocrazia, detassazione per le imprese, prestiti a fondo perduto, fondi per le scuole private e per le famiglie nella gestione dei figli. Sblocco dei fondi non pagati ad agricoltori, per il terremoto, per le associazioni sportive, ma soprattutto, va aiutato il terziario, bar, ristoranti, cultura.
Cosa farete?
Continueremo con serietà a fare le nostre proposte e critiche, in modo responsabile perché amiamo l’Italia e vogliamo fare la nostra parte. Soprattutto continueremo a stare di fianco alla gente che ha bisogno. E’ difficile dare delle risposte essendo noi all’opposizione, il Pd non vuole ascoltarci, ma di fronte alle difficoltà e alla frustrazione delle persone, è nostro dovere provarci con tutte le forze.
Secondo lei quando si uscirà dalla crisi? Sarà una strada lunga e difficile. Dovremo abituarci a convivere con il virus per un po’, la priorità oggi è restituire un po’ di libertà alle persone e far arrivare i soldi alle famiglie e imprese in difficoltà. Senza democrazia e senza soldi non si va avanti.