Occorre snellire la burocrazia per uscire dalla quarantena
“Sistema in tilt” e “caos quarantene”: ecco le parole che definiscono la gestione dei contagi da Covid negli ultimi mesi. Si è partiti con il rapido incremento dei focolai scolastici che nelle ultime settimane ha messo sotto pressione il sistema di tracciamento, per poi arrivare all’aumento diffuso dei contagi, il tutto ha fatto saltare completamente il tracciamento e di conseguenza la gestione del fine quarantena. Il caos normativo, a livello nazionale e regionale, non ha aiutato, prima dell’interruzione festiva c’erano intere classi in DAD senza che vi fosse stata una presa in carico della Ausl e succedeva persino che gli studenti rientrassero a scuola dopo la quarantena senza mai aver effettuato nemmeno un tampone di screening. Fratelli d’Italia ha sempre seguito il tema, raccogliendo le tante segnalazioni delle famiglie su cui ricade il peso di tutte le inefficienze e gli errori di gestione della Ausl. L’aumento dei contagi nelle scuole è rilevante, sì, ma non era certamente inatteso. Sin dall’inizio della pandemia, Fratelli d’Italia ha evidenziato con forza l’esigenza di attuare misure di prevenzione proprio per evitare che si arrivasse a questo punto e ha formulato diverse proposte in tal senso, sia a livello nazionale che a Bologna, ed in particolare la ventilazione meccanica nelle classi, come fatto nella Regione Marche da Acquaroli.
Dal caos nelle scuole si è passati al caos totale. Fabio Brinati, responsabile Regione Emilia Romagna del Dipartimento Sanità, Medico di Medicina Generale: “Attualmente è saltato tutto il tracciamento, ci sono code chilometritriche per fare un tampone, se se entra in quarantena, si entra in un girone infernale. I medici di famiglia hanno aiutato in tutti modi, adeguandosi alle direttive dell’Ausl, ma lavorare così è difficile. Ora abbiamo appreso dai giornali che i test antigenici rapidi saranno sufficienti, in caso di risultato positivo, per determinare un’infezione da Covid, anche senza una conferma tramite tampone molecolare, però nessuno ci ha detto sino ad ora come comportarci con i pazienti i percorsi da seguire, quali sono i centri autorizzati a fare i tamponi rapidi in collegamento con il Dsp, come comportarci per i certificati di malattia per i lavoratori asintomatici in quarantena fino a cnon arriva il certificato di inizio. Sarebbe utile a tutta la comunità di predisporre prima le direttive operative poi andare sui giornali cambiando i percorsi, così si paralizza ancora di più il sistema. Per snellire bisogna accelerare l’emissione dei certificati di inizio e fine quarantena ed isolamento. Chi certifica la guarigione clinica dovrebbe essere lo stesso che controlla gli esiti dei tamponi ed emette certificati. Questo permetterebbe la riduzione dei tempi in tutto, perché il vaglio del Dsp fa perdere solo tempo in questa fase.”

Anche Marco Lisei, Capogruppo di Fratelli d’Italia denuncia il caos della Regione Emilia Romagna: “Qui siamo i migliori a complicare la vita ai cittadini, per uscire dalla quarantena serve un certificato dell’Ausl che spesso non arriva. Non capisco il motivo per il quale se si può entrare in quarantena con un semplice test antigenico, non si possa uscirne quantomeno con un test molecolare senza attendere la lettera del Dsp. Attendere giorni e giorni un foglio dell’Ausl che certifica quello che dice un tampone molecolare è solo una perdita di tempo ed un danno ai cittadini.”

Francesco Sassone, Capogruppo in Comune a Bologna FDI è preoccupato per la ripartenza nelle scuole: “A tutti i livelli di governo si ripete ormai da due anni che la priorità è la scuola, che la didattica in presenza va garantita ad ogni costo e che bambini e ragazzi non devono pagare il prezzo più alto della pandemia. Parole vuote. Cosa è stato fatto in due anni per le scuole? Alla ripartenza, con il numero dei contagi attuale è altamente probabile che si parta tutti con la didattica a distanza (DAD) con la differenza che i genitori di molti bambini non sono più in smart-warking. Non sono stati predisposti presìdi sanitari territoriali a supporto degli asili e delle scuole e non è stata nemmeno ipotizzata la presenza di personale sanitario nei plessi scolastici; tante delle proposte avanzate con forza da Fratelli d’Italia, anche a livello nazionale, sono state ignorate: il potenziamento dei mezzi pubblici è stato tardivo e del tutto insufficiente, non si è investito nell’aerazione meccanica controllata delle aule scolastiche (che sta dando buoni risultati nelle Marche) né sull’ampliamento degli spazi per eliminare il problema delle “classi pollaio”.

E adesso? L’ultima novità, secondo le parole del sindaco Lepore, è che il “tracciamento non funziona e non funzionerà”, pertanto è ora di mandarlo in pensione e spingere, invece, sull’introduzione del super green pass anche per l’accesso a scuola, riservando inoltre la DAD ai soli bambini o ragazzi non vaccinati. Ipotesi definita da Fratelli d’Italia “assurda in DAD dovrebbe starci chi è positivo e non chi è senza green pass.“
Tutto questo accade nell’Emilia Romagna guidata Bonaccini che alla prima reale prova a cui stato posto per la tutela e la salvaguardia della salute dei cittadini emiliano – romagnoli ha fallito. Fdi ha da sempre denunciato le carenze del sistema sanitario voluto da Bonaccini e dalla sinistra che alla prima reale difficoltà si è sciolto come neve al solo.