FOCUS SU “IL RESTO DEL CARLINO”: OLTRE 1 MILIONE DI ESAMI E VISITE ARRETRATE SU TUTTA LA REGIONE
A Bologna sono quasi diciannovemila persone che attendono una prestazione radiologica (tac o risonanza magnetica), circa dodicimila persone che necessitano di una visita cardiologica e altrettante che aspettano di vedere un oculista. Ma ce ne sono oltre settemila che hanno bisogno per vari problemi ortopedici e traumatologici e oltre cinquemila e cinquecento che chiedono di vedere un ginecologo.

Sono solo alcuni dei numeri delle liste di attesa di Bologna relative alle visite specialistiche e alle prestazioni diagnostiche registrate lo scorso sei dicembre dai Cup sui vari ospedali presenti a Bologna e provincia.
Su tutta la Regione sono esattamente 1.116.816 le visite arretrate, dato ricevuto dal Capogruppo di Fratelli dItalia in Regione Emilia Romagna Marco Lisei a seguito di accesso agli atti e pubblicato con un Focus sul quotidiano il Resto del Carlino.

Chiaramente la situazione legata al Covid delle precedenti ondata ha determinato le lunghe file d’attesa che, mentre iniziavano a essere smaltite, sono state di nuovo bloccate dall’avvento di Omicron, ma il Capogruppo Lisei attribuisce “i meriti” di questa situazione anche ad altro.

A distanza di anni dall’inizio della pandemia non sono più giustificabili ritardi che sono il frutto di una incapacità organizzativa dirigenziale alla quale va sommato il taglio sistematico di servizi, personale, posti letto. Questa situazione emergenziale si sta scaricando sui tanti professionisti sanitari, medici, infermieri, tecnici ai quali sono richiesti sacrifici straordinari, come la sospensione delle ferie, gli straordinari – precisa – ma che con grande serietà si stanno facendo in quattro perché la barca non affondi.
“C’è da pensare che queste liste d’attesa si siano ulteriormente allungate, visto che l’ondata Covid si è aggravata nelle settimane che sono seguite al sei dicembre – riflette Marco Lisei, presidente Gruppo di Fratelli d’Italia –. Quella del recupero delle liste di attesa e delle prestazioni sanitarie arretrate rappresenta una vera e propria emergenza regionale come dimostrano i dati. Ogni prestazione sanitaria arretrata o tardiva rappresenta il rischio di una prevenzione mancata, cittadini ai quali non sarà possibile diagnosticare per tempo una possibile malattia magari curabile.
Sono problemi che da tempo denunciamo e sui quali abbiamo fatto più di una proposta come Fratelli d’Italia: gli investimenti non possono tradursi solo in edilizia sanitaria, ma devono partire da un potenziamento e da una valorizzazione del personale oltre che da una gestione meno caotica della pandemia. In questi ritardi hanno influito molti fattori oltre che l’emergenza la burocrazia delle quarantene e dei tamponi. Oltre all’incapacità di garantire un’assistenza domiciliare che avrebbe scongiurato molti accessi nelle strutture sanitarie“.
Conferma quanto sostenuto dal Marco Lisei il responsabile della sanità regionale di FDI e Vice Segretario Regionale sindacato SMI, dott. Fabio Brinati:

“Sono un medico di base e so bene quanto il sistema sanitario sia attualmente in difficoltà. Ho molti pazienti che attendono una visita, senza considerare il caos nel dover gestire isolamenti, tamponi e green pass. Così non si può andare avanti, i medici di base sono esauriti, oberati e così anche tutto il personale sia ospedaliero sia privato. Occorre un cambio di passo, nuove assunzioni ed una migliore organizzazione. Abbiamo chiesto aiuto perché la burocrazia ci sta sfinendo. Serve una deburocratizzazione della medicina generale.“