BIGNAMI-LISEI FDI: CHIESTI NOMI AD AUSL. FATTO GRAVISSIMO ANCHE PERCHE’ SEMBRA CHE AUSL VOGLIA DARLI
Difficile non pensare al contrario visto l’accesso atti che hanno presentato all’Ausl di Bologna a nome di Non Una Di Meno Emilia-Romagna e del Coordinamento Femminista della Romagna, dal titolo abbastanza eloquente “Richiesta di accesso civico agli atti riguardante le dichiarazioni di obiezione/non obiezione di coscienza rilasciate dai dipendenti in servizio nei reparti di Ginecologia e Ostetricia dei Presidi Ospedalieri, delle Aziende Sanitarie, dei distretti e nelle strutture consultoriali rilasciate ai sensi dell’art. 9 della legge 194/78”. In pratica l’Associazione femminista nota per le proprie battaglie integraliste e dai modi a dir poco sopra le righe con i quali le conduce, per non dire volgari e blasfemi, ha chiesto tutti i nominativi degli obbiettori di coscienza.
Difficile non pensare a qualche lista di proscrizione o a qualche ennesima iniziativa provocatoria che voglia metterli nel mirino.
A scoprirlo e denunciarlo sono stati gli esponenti di Fratelli d’Italia Galeazzo Bignami, Deputato, e Marco Lisei, Consigliere Regionale e Capogruppo i quali si sono immediatamente attivati.

Ci raccontano gli esponenti: “Ci è arrivata una segnalazione e ci siamo attivanti immediatamente per le opportune verifiche e sembrerebbe che tutto corrisponda al vero seppur incredibile, ma la cosa ancora più incredibile è che a quanto pare l’Azienda Sanitaria si starebbe adoperando per consegnare i nominativi. Se ciò corrispondesse al vero a nostro avviso saremmo di fronte ad un abuso ed una violazione della privacy, per questo ci siamo attivati. Un fatto di una gravità inaudita.”. In qualità di Consigliere Regionale Marco Lisei ha immediatamente depositato una interrogazione riportata sul sito della Regione Emilia Romagna https://cronacabianca.eu/sanita-bologna-lisei-fdi-diffusi-dati-sensibili-sugli-obiettori-ausl-ha-violato-la-legge/ in merito per accertare come siano andati davvero i fatti.
“Già l’aver depositato l’accesso atti a nostro avviso costituisce una forma d’intimidazione nei confronti di questi medici, ma ciò costituisce una pratica che non ci sorprende da parte di questa associazione. Il problema è se l’Azienda dovesse dare corso a questa richiesta come pare stia avvenendo. Queste persone non hanno alcun titolo per chiedere quei nominativi. Un aborto è sempre un fatto tragico ed una sconfitta per la società, è terrificante che in Italia si faccia di tutto per garantire la libertà di abortire e allo stesso tempo si voglia vietare la libertà di rifiutare la pratica dell’aborto. È una dittatura della morte che combattiamo e non accetteremo mai”