DA APRILE IL DEPUTATO DI FDI GALEAZZO BIGNAMI CHIEDEVA DI AVERE IL PIANO PER L’EMERGENZA ANTICOVID. MA IL MINISTERO NON LO HA MAI CONSEGNATO. MA DINANZI AI GIUDICI DEVE AMMETTERE: NON ESISTE
Forse il Ministero pensava di trovarsi davanti uno di quei parlamentari che fanno la voce grossa in tv, ma poi spariscono.
Oppure pensavano che nella cortesia di Bignami potesse celarsi una rassegnazione alla resa.
Ma avevano fatto male i conti.
Galeazzo Bignami, deputato di Fratelli d’Italia, non si è fermato davanti ai muri di silenzio opposti dal Ministero e alle omissioni di qualche funzionario. Ha presentato ad aprile un accesso agli atti per avere un documento di cui allora nessuno parlava, ma che dopo alcuni mesi tutta Italia e non solo avrebbe chiesto: il Piano per l’emergenza COVID.
Un Piano di cui ha parlato il Direttore del Ministero della Sanità in una intervista nell’aprile 2020, ma che il Ministero non ha voluto consegnare, costringendo Bignami a trascinare il Governo in Tribunale.
Dove il Governo, costituitosi contro il deputato di FdI, ha ceduto, ammettendo che dal 2006 l’Italia non ha un Piano Pandemico aggiornato, spazzando via le teorie di Ranieri Guerra, ex direttore del Ministero oggi ai vertici dell’OMS, davanti alle telecamere di Giletti e ribadite sui giornaloni come Corriere della Sera e la Stampa. Non è vero: l’ultimo piano risale al 2006. C’è stata solo una mera riconferma nel 2017, ma l’OMS e le normative comunitarie sono chiare: i dati vanno aggiornati anno per anno perchè la pandemia non è un Cigno Nero, come qualcuno vuole farci credere. Abbiamo avuto l’epidemia di Ebola in Africa nel 2014-15, il virus Zika nel 2015-2016, la febbre gialla nel 2016. Proprio per questo dal 2006 è cambiato profondamente il quadro normativo internazionale che da quegli eventi ha tratto esperienza e anche il quadro sanitario interno è drasticamente mutato dal 2006 ad oggi. Basti pensare che i social media erano inesistenti e quindi quel Piano, anche solo sotto il profilo della comunicazione del rischio, che ha una funzione centrale per l’OMS e la Regolamentazione Sanitaria Internazionale per coinvolgere e responsabilizzare la popolazione, era praticamente carta straccia. Invece di informare gli italiani, il Governo ha minimizzato. Così a livello locale sono nate le campagne “Bergamo non si ferma”, “Milano non si ferma”, “Brescia non si ferma” e il virus, che è opportunista e viaggia nel suo vettore ideale, cioè l’uomo, prolificava. Non è un caso che il CTS, non appena insediato, abbia dovuto prendere atto di questa carenza conoscitiva e si sia immediatamente attivato per reperire informazioni e dati che invece un Piano pandemico aggiornato secondo le prescrizioni internazionali avrebbe avuto: numero di posti letto, numero di apparecchiature, personale sanitario a disposizione, anche numero di ventilatori e mascherine disponibili necessarie. Sa cosa dice anche la normativa internazionale? Proteggete subito medici e infermieri con dotazioni e dispositivi adeguati. Medici e infermieri. Vi ricorda qualcosa? Ecco alcune delle cose che il Piano Pandemico deve avere. Perchè, se a qualcuno non è chiaro, il Piano Pandemico opera come un sistema antincendio: non ti permette di spegnere l’incendio, ma ti permette di acquistare tempo per salvare vite.
Il CTS appena insediato il 2 febbraio si è reso conto che non avevamo nessun piano pandemico e il 12 febbraio ha deciso di dotarsi di un piano operativo. Non ci credete? E’ tutto li, nei verbali del CTS che Bignami ha chiesto e che Borrelli gli ha detto dove andare a prendere. E Bignami lo ha fatto, leggendoli uno per uno: lo stesso giorno, il 12 febbraio, il Governo decideva di fare partire da Brindisi tonnellate di mascherine per la Cina. Avete capito bene. Il principale produttore mondiale di mascherine non aveva mascherine e noi, in nome della tolleranza e della presunta solidarietà, abbiamo mandato milioni di mascherine là. Una follia. E infatti dopo 15 giorni l’Italia era in ginocchio e Conte chiedeva l’attivazione del Meccanismo europeo di Protezione Civile per avere dei dispostivi di protezione, dicendo che l’Europa ci stava lasciando soli. In realtà l’Europa ha visto quello che stava cambiando il Governo e non ha ritenuto di pagare errori non suoi. Ma gli errori non erano neanche degli italiani, erano di Conte, Speranza e dell’esecutivo rossogiallo. Perchè l’OMS era stata chiara nel 2013: una lacuna in un sistema nazionale avrebbe comportato una minaccia alla sicurezza sanitaria di tutti i paesi nel mondo. Oggi chi ha commesso errori come non partecipare il 15 gennaio al summit europeo per le prime misure di contrasto alla pandemia perchè al Ministero non avevano aperto la mail, siedono nel CTS. E cosi chi ha contribuito a creare il problema, oggi pretende di dirci quale è la soluzione. Invece secondo Bignami chi sbaglia paga e queste persone vanno mandate via. Ecco una delle cose che ha chiesto a Speranza. Senza avere risposta.
Ma la svolta appunto c’è stata all’Udienza del TAR del Lazio tenutasi il 22 dicembre. L’Avvocatura ha dovuto ammettere che il Piano pandemico non c’è, risale al 2006. Quindi è in palese violazione delle disposizioni della decisione 1082/2013 della UE che prescrive un aggiornamento ogni 3 anni.
Ma non è l’unica cosa che Bignami ha scoperto. Con un altro accesso agli atti ha chiesto che gli venisse consegnata la copia dei verbali della famigerata task force “attiva 24 ore 24” annunciata da Speranza il 22 gennaio 2020. 5 giorni dopo Conte avrebbe dichiarato a Lilli Gruber che l’Italia era prontissima.
Ebbene, la risposta del Gabinetto del Ministero è agghiacciante: la task force è un organismo “informale”, un mero tavolo di supporto al Ministro.
Un tavolo informale.
Ecco perchè in tutto il mondo dal Washington Post al Times, passando per le principali testate mondiali si denuncia l’impreparazione dell’Italia.
Un danno reputazionale enorme per la nostra Nazione di cui Giorgia Meloni, con i suoi parlamentari, oggi chiede che il Governo risponda davanti agli italiani.
Un danno reputazionale enorme per la nostra Nazione di cui Giorgia Meloni, con i suoi parlamentari, oggi chiede che il Governo risponda davanti agli italiani.