Attività (Fiorai, bar, ristoranti, scuole musica, ecc.) in maggiore difficoltà a causa della Regione
Il 12 novembre scorso i Presidenti di Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia e Veneto hanno emanato un’Ordinanza per ridurre il rischio di contagi e prevenire un eventuale inasprimento delle restrizioni previste per la propria Regione. L’Ordinanza, vista l’intesa col Ministro Speranza, aveva lasciato uno spiraglio di speranza nei numerosi commercianti già fortemente vessati dalle restrizioni, per questo nessuno si sarebbe aspettato che lo stesso Governo che l’aveva benedetta, la smentisse a distanza di poche ore. In quella fase, quando eravamo ancora zona gialla, aveva senso adoperarsi per scongiurare l’ingresso in zona arancione e prevenire restrizioni più pesanti, causate dall’incompetenza di un Governo che ha perso tempo fra monopattini e banchi a rotelle, ma ora si è trasformata in un ulteriore aggravio sulle partite iva già in ginocchio per la crisi.
Purtroppo, oltre al danno del passaggio alla zona arancione, si è quindi aggiunta la beffa poiché, a distanza di neanche 24 ore dalla pubblicazione dell’Ordinanza regionale, il Governo Nazionale ha modificato gli accordi dichiarando l’Emilia-Romagna zona arancione, introducendo restrizioni che si sono sommate a quelle previste dall’ordinanza ed inasprendo fortemente le limitazioni sul nostro territorio. Il risultato è che oggi abbiamo dati che sono a malapena da zona arancione, ma limitazioni quasi da zona rossa. Dai dati a disposizione, sembrerebbe infatti evincersi un quadro di stabilità e non esponenzialità dei contagi quotidiani, tanto che l’indice RT è inferiore all’1,5.

“Non possiamo neppure ignorare che sono sempre più numerose le manifestazioni di dissenso e le richieste di aiuto da parte dei commercianti del territorio” continuano i due esponenti del partito di Giorgia Meloni.
“Basti pensare ad esempio ai fiorai obbligati a rimanere chiusi la Domenica, giorno in cui le persone si recano al cimitero, oppure ai bar e ristornti che potrebbero proseguire l’attività d’asporto, oppure ai mercati come la Piazzola di Bologna” spiegano Galeazzo Bignami e Marco Lisei, deputato e capogruppo in Emilia-Romagna di Fratelli d’Italia. “Si pensi anche alle scuole di musica che restano chiuse e che non sono solamente luoghi di apprendimento ma anche un aiuto ai tanti bambini e ragazzi che beneficiano della musicoterapia”.
“Chiediamo dunque al Presidente Bonaccini, così come ha già fatto il Presidente Fedriga” concludono Bignami e Lisei “di rimuovere l’Ordinanza del 12 novembre o quantomeno rimuovere parte delle sue limitazioni, in particolare quella che impone la chiusura di tutti gli esercizi nei giorni festivi, quelle sui mercati e quelle sulle scuole di musica”.