“Si tratta spesso delle medesime persone che ogni anno attraversano il confine per un lavoro stagionale per poi tornare nel proprio Paese. Una possibilità che consente di garantire professionalità ed esperienza alle imprese agricole italiane con le quali si è’ creato un rapporto di fiducia. Molti di questi lavoratori si trovano già in Italia anche se permane una preoccupazione che il vincolo della quarantena limiti gli arrivi per la vendemmia che tradizionalmente inizia in Italia ad agosto e continua in un percorso prosegue a settembre ed ottobre con la raccolta delle grandi uve rosse e che si protrae addirittura fino a novembre” è l’allarme lanciato da Coldiretti relativo alla manodopera stagionale proveniente da Bulgaria e Romania.
“Diversamente da quanto accade negli altri Paesi europei, in Italia si è deciso di prevedere la quarantena obbligatoria per chi proviene da Romania e Bulgaria – commenta il Consigliere Regionale Michele Barcaiuolo – il Ministro della salute ha però ignorato che così facendo si rischia di vessare ulteriormente il mondo agricolo, già fortemente in crisi a causa della pandemia da Covid-19”.
Il mondo dell’agricoltura ha infatti rilevato che mancheranno 100.000 lavoratori stagionali provenienti da Paesi dell’Est “non sembra aver supplito fino a questo momento alla lacuna la “sanatoria” varata dal Ministro dell’agricoltura Teresa Bellanova. Secondo lì’ultimo report del Ministero, diffuso il 15 luglio 2020, le domande di regolarizzazione sono state 112.300, un numero di gran lunga inferiore alle 200.000 che erano state messe in preventivo. Non solo : oltre l’80% delle pratiche riguarderebbe richieste di impiego per lavoro domestico (colf e badanti) e solo la restante parte per l’agricoltura” incalza Barcaiuolo che, attraverso un atto ispettivo, ha chiesto alla Giunta Regionale se la Regione stia valutando di proporre, in alternativa alle quarantene, tamponi rapidi per i lavoratori stranieri che abbiano urgenza di tornare sul proprio posto di lavoro.