Consentire “un approccio più flessibile e incentivante per il mantenimento delle attività didattiche e formative nel cuore dei centri montani, combattendone allo stesso tempo lo spopolamento”. Questa la richiesta avanzata da Fratelli d’Italia in una Risoluzione a prima firma Michele Barcaiuolo per derogare al numero minimo di alunni nella costituzione della classi di ogni ordine e grado nei comuni montani.
Nonostante l’attuale impianto legislativo già oggi consenta deroghe per i piccoli comuni montani e insulari, nel limite massimo del 10% degli studenti, il consigliere Barcaiuolo chiede “l’abolizione della norma per specifiche aree”.
La decisione viene chiarito nella Risoluzione, “consentirebbe poi di dare due distinte risposte: innanzitutto in ambito sanitario, dove, seguendo gli intendimenti del governo per la ripartenza scolastica, si ottempererebbe all’idea di una diminuzione del numero di alunni per ciascuna classe quale essenziale azione preventiva anti Covid”, spiega il Consigliere di Giorgia Meloni.
La deroga per le scuole di montagna si configurerebbe inoltre come un argine allo sgretolamento del tessuto sociale e civile della montagna italiana, che nei decenni è andato aumentando: “Il prezzo maggiore dello spopolamento delle aree montane lo si è pagato in termini di perdita delle differenziazioni culturali e di omologazione. Le Scuole di montagna sanno difendere, meglio di quelle cittadine o di periferia, questo patrimonio culturale e sociale. Facciamo di tutto affinchè le radici non vadano perse”, chiosa Barcaiuolo.
Giustissimo mantenere le scuole in montagna per mantenere il legame con la terra natia ed evitare lo spopolamento.