Per Fratelli d’Italia è una legge liberticida, un bavaglio per imporre un pensiero unico
“Il progetto di legge Zan, Scalfarotto e Boldrini viola la libertà di pensiero assieme ad altre libertà fondamentali ed è anche giuridicamente inutile”. Così affermano gli esponenti di Fratelli d’Italia, On. Galeazzo Bignami, impegnato in Parlamento contro questa proposta di legge firmata PD e già autore di un video (clicca qui per vederlo) in merito molto diffuso in rete, e l’Avv. Marco Lisei, capogruppo in consiglio regionale in Emilia-Romagna, dove ha firmato una risoluzione sul tema, insieme ai colleghi consiglieri Michele Barcaiuolo (primo firmatario) e Giancarlo Tagliaferri.
“La proposta del PD vorrebbe modificare alcuni articoli del Codice Penale aggiungendo reati per prevenire la violenza e la discriminazione per motivi di orientamento sessuale o di identità di genere, introducendo pene fino a quattro anni di reclusione”.
Senza considerare l’ipotesi per cui tale progetto di legge vorrebbe predisporre gravissime misure accessorie alla sanzione penale principale della reclusione, come la sospensione della patente, il rientro all’abitazione sorvegliato secondo certi orari, sospensione di documenti validi per l’espatrio, divieto di detenzione di armi o di partecipazione alla propaganda elettorale, obbligo di prestare volontariato presso organizzazioni LGBT. “Sembrano disposizioni da regime e non di certo tipiche di uno Stato civile, liberale, democratico e moderno”, commentano Bignami e Lisei.
Simile proposta, che per i politici in quota Meloni è assolutamente da censurare, “nasconde diversi vizi”, che sono stati denunciati dagli esponenti di FDI.
“Anzitutto, vi sono numerosi articoli all’interno della Costituzione – argomentano Bignami e Lisei – che sanciscono le assolute e piene libertà di espressione per ogni individuo, in condizione di assoluta uguaglianza, e con l’unico limite del rispetto delle norme e del buon costume.” Ed è per questo che Fratelli d’Italia si chiede “per quale ragione il PD insiste tanto nel voler emanare nuove norme che assicurerebbero diritti già garantiti ad ogni individuo. Forse qualcuno è “più uguale” di qualcun altro?”
Va detto in effetti che, come ricordano i consiglieri regionali nella risoluzione di FDI in Emilia Romagna e il deputato Bignami in parlamento, “il nostro ordinamento prevede già tutti i reati che potrebbero essere commessi nei confronti di chiunque e quindi anche delle persone che si vorrebbero tutelare nel progetto di legge. La legge, quindi, crea in realtà una vera e propria discriminazione perché tutela maggiormente una categoria di individui rispetto ad altri.”
Bignami e Lisei ci tengono a sottolineare come: “Siamo di fronte ad un vero e proprio abominio giuridico che contrasta i principi di universalità delle leggi e della libertà democratica. Perché offendere un omosessuale non è meno grave di offendere una donna, un anziano, un disabile. Ancora una volta s’introduce nel nostro ordinamento un reato d’opinione che punirà chi si conforma con la cupola che vuole imporre il pensiero gender. La stessa cupola che sui social dissemina odio e rancore, sottoponendo a linciaggio mediatico chiunque osi esprimere il proprio dissenso.”

Ulteriormente, continuano Bignami e Lisei: “il PD e i suoi deputati, sembrano amare talmente tanto l’Italia e gli Italiani da giudicarli come un popolo di omofobi quando invece, l’OSCAD, l’Osservatorio per la sicurezza contro gli Atti Discriminatori, afferma il contrario”, è infatti dimostrato che le aggressione omofobe sono in calo: 29 nel 2019 contro le 43 nel 2018, ed inoltre la ricerca sui crimini d’odio contro gli LGBT condotta dall’agenzia FRA dell’Unione Europea mostra che sono solo 8 su 100 gli LGBT italiani che affermano di aver subìto violenza omofoba dal 2014 al 2019, percentuale di gran lunga inferiore alla media Europea che si attesta intorno all’11%. Sempre secondo l’OSCAD, nell’arco di 8 anni, dal 2010 al 2018, sono molti di più i reati commessi per ragioni di discriminazione religiosa (19%) e razziale (59%) rispetto a quelli commessi per ragioni di orientamento sessuale, solamente 212 casi in quasi un decennio. Se a ciò si aggiunge che gli italiani che si dichiarano omosessuali o bisessuali sono poco più dell’1% dei 60 milioni di cittadini (fonte Istat), “sembra di essere davanti ad una vera e propria proposta di legge bavaglio che ha lo scopo ideologico di censurare un’intera nazione con l’elevato rischio di compromettere la libertà d’espressione e di opinione oltre che del giudizio di chiunque”, commentano i due esponenti della destra bolognese.
“Una simile legge, se in vigore, porterebbe all’assurdità di sanzionare la condotta (a quel punto illecita, ndr) di insegnanti, giornalisti, politici, giuristi, sacerdoti, ministri di culto, o membri di qualsiasi altro ambito della società civile italiana che, in ragione del loro ruolo nella diffusione o affermazione di un determinato insegnamento, o idea, o cultura, o pensiero, potrebbero entrare in contrasto con quanto disposto dal pericoloso, ideologico e liberticida PdL Zan, Scalfarotto, Boldrini.
Fermo restando un ‘sì’ alla piena tutela di ogni persona in quanto tale, Bignami e Lisei, manifestano, così come affermato nel dispositivo della risoluzione a firma Barcaiuolo, Lisei, Tagliaferri, sia presso il Parlamento sia presso il Consiglio Regionale “una viva opposizione alla approvazione di una legge che sarebbe capace di violare le libertà di pensiero, di parola, di opinione, di associazione e stampa, di educazione e insegnamento, e non meno importante, la libertà religiosa, nonché norma inutile poiché finalizzata a tutelare soggetti già giustamente tutelati dal nostro ordinamento”.