Presentata come esempio di efficienza e qualità, la Regione Emilia-Romagna è fanalino di cosa delle classifiche nella gestione Covid-19. Ma i media parlano solo della Lombardia.
Chi tocca i fili muore. Se potessero quelli del PD metterebbero proprio un cartello, a
monito.
Perchè Stefano Bonaccini non va toccato. Qualsiasi cosa faccia viene incensata e lodata ed anche i leader del suo (ma lo è davvero?) Partito non si azzardano a dargli ordini. Perchè lui è riuscito in quel che a nessuno era riuscito prima: fermare l’orda barbarica pronta a entrare in viale Aldo Moro. E poco importa se in realtà larga parte della sua vittoria vada ascritta al centro Centro Destra che, candidando la innocua Borgonzoni, ha dato una mano fondamentale per la vittoria dei sinistrati. Oggi Bonaccini è una icona, un mito. Eppure….
Eppure i numeri dicono che l’Emilia-Romagna è lontana da quel miraggio di efficenza ed eccellenza che dovrebbe illuminare, novello Sol dell’Avvenire, l’orizzonte d’Italia.
Al contrario.
I media allineati al pensiero dominante provano a inchiodare la Lombardia, colpevole soprattutto di aver votato troppe volte in maniera “sbagliata” (per loro). Prima Formigoni, poi Maroni, ora Fontana. Possibile che i lombardi si ostinino a dar fiducia ai barbari e non si affidino al progressismo illuminato? E quindi giù, con attacchi strumentali che non risparmiano neanche i morti, le vittime, le famiglie.
Renzi, proprio lui, arriva a dire che se i morti potessero parlare, direbbero quel che vuole lui.
Ma si sa, se a farlo sono “loro”, tutto è permesso. E se proprio è impossibile nascondere i fatti, meglio dare la notizia, senza commenti, senza j’accuse. Il semplice fatto, quasi che fosse normale. Un fatto, appunto, pubblicato come una qualsiasi altra notizia.
Perchè, come insegna Edgar Allan Poe, il posto migliore per nascondere qualsiasi cosa è in piena vista.
E cosi, a cercare, qualche timida notizia si trova e il quadro che emerge è che la Regione Emilia Romagna è tutt’altro che un esempio di efficenza.