Fratelli d’Italia propone una Commissione d’Inchiesta ma la maggioranza vota contro.
Chi ha paura della verità?
Nessuno, in teoria, ma per qualcuno non deve essere così. É il 6 maggio.
Il Consiglio Regionale dell’Emilia Romagna deve votare sulla proposta di Fratelli d’Italia di istituire una Commissione d’inchiesta che verifichi cosa è successo durante l’emergenza COVID-19 nella Regione rossa per eccellenza. Da settimane il PD va ripetendo che tutto è stato gestito alla perfezione in Emilia Romagna e che nessuno ha sbagliato nulla. Se nessuno ha nulla da temere, quindi, nessuno dovrebbe opporsi alla richiesta avanzata da Marco Lisei, Michele Barcaiuolo e Giancarlo Tagliaferri.
Invece la maggioranza alza gli scudi e la proposta viene respinta. I motivi? Nessuno. Semplicemente non va disturbato il conducente, l’uomo solo al comando, Stefano Bonaccini.
“Incomprensibile”.
É l’aggettivo che ricorre sulla bocca dei consiglieri di Fratelli d’Italia che insieme al Movimento 5 Stelle hanno sostenuto la richiesta. La Lega invece si è astenuta.
“O forse, proprio perchè è incomprensibile, è chiaro il motivo. Non si vuole che si verifichi cosa è successo in questi mesi in Emilia Romagna” afferma Marco Lisei.
Il dubbio viene. E forse più di un dubbio. Michele Barcaiuolo per sostenere la proposta ha richiamato esattamente le stesse parole utilizzate dal PD per chiedere analoga commissione in Lombardia: tutto inutile (guarda l’estratto dell’intervento). E di motivi per istituirla ce ne sono, e tanti. Come dimostrano le inchieste condotte da “il Giornale” molto in Emilia Romagna non ha funzionato (CLICCA QUI). Ma non sono solo i consiglieri di Giorgia Meloni a volerci vedere chiaro.
Anche la Procura della Repubblica di Bologna, nonostante la prudenza istituzionale che da
tempo caratterizza la Procura bolognese, ha deciso di muoversi, aprendo in pochi giorni 20 fascicoli, per ora contro ignoti. Fascicoli che si aggiungono a quelli già aperti in quasi tutte le Procure emiliano romagnole e a cui si aggiunge anche quello di Fratelli d’Italia. “Non potevamo fare altrimenti. Se il PD e i suoi alleati pensavano che negandoci la commissione avremmo desistito, non hanno capito con chi hanno a che fare” sottolineano i consiglieri regionali di Destra. Che dopo neppure 12 ore dal “niet” delle sinistre hanno depositato un esposto in Procura richiamando puntualmente le responsabilità e le competenze delle Regioni in materia di gestione delle RSA. “Avremmo preferito non farlo, perchè non ci piace la strada giudiziaria”, chiosano. “Ma non ci hanno lasciato scelta. Non farlo avrebbe significato chinare il capo e questa, per noi, non è una opzione”.